giovedì 3 marzo 2016

ROMA, GIULIA MARIA CRESPI E IL "PATRIOTTISMO DELLA BELLEZZA"


Fulminante. Combattiva. Lapidaria. La fanciullina (o per chi preferisce, la zarina) Giulia Maria Crespi è scesa a Roma per presentare il racconto autobiografico 'Il mio filo rosso'. Nel cinquecentesco Oratorio del Gonfalone c'è un'aria solenne. Gli ospiti prendono posto in silenzio, sopraffatti dalla bellezza degli affreschi dedicati alla Passione di Cristo, ma anche dall'imminente comparsa della fondatrice del Fai. Il lungo tavolo dei relatori fa scattare il meccanismo di associazione, il pensiero corre ad un altare. Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, è già seduto e attende leggendo i suoi appunti. Gli altri scelgono invece di entrare tutti insieme, fanno ala all'autrice, carismatica, in rosa confetto, perfettamente in sintonia con i dettagli tessili dell'opera alle sue spalle che ritrae la Crocifissione. "La bellezza e l'armonia devono esistere in tutto, tutto è collegato" ricorda la signora Crespi. "E' il patriottismo della bellezza che ha fatto nascere il Fai". Era il 1975. Oggi a commentare le sue pagine e la sua storia esemplare ci sono Ernesto Galli della Loggia (sull'esperienza al Corriere della Sera), Antonio Polito, Paolucci (come la Crespi sta alla bellezza e all'armonia) e Andrea Segrè (l'impegno per la difesa del paesaggio). In platea volti legati a battaglie ambientaliste, come Fulco Pratesi e Carlo Ripa di Meana, e anche l'autore di 'Ritratti Italiani' Alberto Arbasino.



L'Oratorio del Gonfalone - @R.Petronio



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