giovedì 13 aprile 2017

ROMA, GILARDI AL MAXXI OVVERO L'ARTE DELLA BATTAGLIA CIVILE


"Si realizza il sogno dell'arte relazionale. E' importante il nostro agire in empatia e anche in conflitto con gli altri, per far uscire la nostra soggettività". Così parlò Piero Gilardi, un maestro dell'arte contemporanea italiananella Sala 3 del Maxxi durante la preview della  monografica 'Nature Forever'. Detto fatto: basta un soffio e l'Installazione 'Inverosimile' si anima, gli alberi danzano, le proiezioni sullo sfondo evocano geometrie costruttive, conflitti distruttivi, depressione post-guerra, riscatto e finalmente l'arcobaleno, la reazione che prelude alla rinascita. L'opera interattiva dura sei minuti, fa scattare la performance e la danza collettiva dei presenti, attratti dalla luce e dalla nuova energia. Tornano gli anni Ottanta.


Sala 3, l'installazione 'Inverosimile' (1989)

E' l'evento di primavera del Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo. Fuori c'è la città sopraffatta dalle nuove fioriture, dentro le architetture di Zaha Hadid c'è invece il racconto della complessa relazione tra l'uomo e la natura.
Sul piatto ci sono anche i temi dei New Media, e della Politica con la difesa della democrazia e della partecipazione. Il presidente della Fondazione Maxxi Melandri sottolinea la  coincidenza di questo evento espositivo con l'attualità: "La riflessione critica sui cambiamenti del nostro tempo fa parte del Dna del Maxxi". Il direttore artistico Hanru aggiunge: "Il lavoro di Piero e' la risposta alle domande del nostro tempo, ecologia giustizia, partecipazione nelle città, come la tecnologia può dare un futuro". 


Da sn: Marco Scotini, Bartolomeo Pietromarchi, Hou Hanru, Piero Gilardi, Giovanna Melandri

'Nature Forever' è una mostra divisa in quattro isole. La più consistente è quella dedicata alle animazioni politiche, con l'allestimento di una strada disseminata di materiale per le manifestazioni. Scheletri, coccodrilli squali con la bocca insanguinata, maschere NoTav in gommapiuma. "La democrazia e’ il sostegno della politica dei beni comuni, deve venire da noi, dobbiamo agire sulle istituzioni per un mondo solidale ed ecosostenibile. Dobbiamo pensare anche ad un nuovo uso delle scienze, ad una tecnologia pienamente in grado di riparare i danni fatti finora" spiega Gilardi.

'Nature Forever. Piero Gilardi', al Maxxi fino al 15 ottobre 2017


Sala 3, l'installazione 'Andreotti volante' (1977)








martedì 11 aprile 2017

ROMA, STENO VANZINA ALLA GALLERIA NAZIONALE. UNA STORIA ITALIANA TRA DESTINO E TALENTO



"Steno era lo pseudonimo di Stefano. A Papà quel soprannome tornò utile. Quando nel 1937, vent'anni dopo, fu assunto come vignettista al 'Marc'Aurelio', firmava i suoi disegni umoristici 'Steno'. Un vezzo tipico dell'epoca. Il grande Sergio Tofano, l'autore del Signor Bonaventura, si firmava 'Sto'. Era un'altra Italia. Contraevano anche i cognomi". Enrico e Carlo Vanzina hanno firmato per la mostra dedicata al loro Papà (con la P maiuscola) Stefano Vanzina, regista, intellettuale, padre della commedia all'italiana, una breve quanto densa biografia che di per sé è già racconto di un'esistenza straordinaria, e di un momento storico altrettanto speciale. A guardarla ora ci riempie di stupore l'esistenza  di Steno: per la carriera unica costruita film dopo film con compagni di viaggio altrettanto eccezionali, ma anche per averci ricordato un'epoca dove tutto era ancora possibile. Come passare dalla prima classe di un Transatlantico sulla rotta Argentina - Italia alla vita piccolo borghese di una pensione di via Crescenzio con "nobili decaduti, vecchie signorine abbandonate dalle famiglie, ex militari tromboni agli sgoccioli". E poi liberarsi dalla marginalità sociale e costruire il proprio destino passando per il liceo romano più prestigioso, la premurosa zia Laura, il giornalismo e infine il cinema. Destino e tenacia, fatalità e talento. 


"Papà sarebbe entusiasta di avere una celebrazione qui, sembra veramente un sogno" commenta Carlo prima del bagno di folla del vernissage. "E' una mostra non pretenziosa, ma che racconta tutto". 
Enrico: "La prima sala racconta l'infanzia di mio padre, ci sono sei disegni di quando aveva 15 anni e sono stupefacenti, sono da Galleria d'Arte Moderna. Papà è celebrato oggi da dove aveva cominciato, perché tutto il suo mondo nasce dal disegno, dalla forza dall'amore che aveva per la pittura, e questo gli ha portato molta fortuna".


Steno. L'arte di far ridere, Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea , fino al 4 giugno 2017