sabato 21 novembre 2015

ROMA, L'EUR SECONDO PASOLINI (E FENDI)


Palazzo della Civiltà del Lavoro, novembre 2015 - Ph. @RobertaPetronio


"Un popolo di poeti di artisti di eroi di santi di pensatori di scienziati di navigatori di trasmigratori". Così, tutto d'un fiato, parole senza virgole e senza timidezze, incise nella pietra. In due parole: Colosseo Quadrato. O nella definizione ufficiale: il Palazzo della Civiltà del Lavoro. L'iscrizione che chiude in alto la sequenza degli archi progettati nel 1937 da Guerrini, La Padula e Romano per l'E42 la dice lunga sulle ambizioni di artisti, architetti, imprenditori, politici dell'epoca, in gloria di Roma per l'Esposizione Universale del 1942. La Seconda Guerra Mondiale fermò tutto, ma non il Palazzo diventato simbolo del genio italiano e della sua capacità artigianale. Un dettaglio che non poteva sfuggire alla maison Fendi, insediata qui insieme al suo quartier generale: con la mostra 'Una nuova Roma. L'EUR e il Palazzo della Civiltà Italiana', ha riportato il monumento e il quartiere al centro dell'interesse della città e dei watchers internazionali. Da non perdere i disegni di Marcello Piacentini, e di Pier Luigi Nervi con le sue fontane musicali, le opere di Enrico Prampolini, le foto di Gabriele Basilico, Franco Fontana e Karl Lagerfeld.



L'area del 'cubo traforato' attirava anche l'attenzione di Pier Paolo Pasolini. Allo scrittore  negli anni Sessanta questa zona dell'EUR faceva venire in mente una 'città del futuro'  capace di garantire l'anonimato, ma "che ora è orrore e basta" (scriveva nel 1962). Insomma: un luogo che non lascia indifferenti. Nel 2015, prova a rialzare la testa. L'ingresso è libero, l'esposizione è aperta fino al marzo 2016, i visitatori ci sono anche in formato famiglia, gli spazi e le prospettive che si aprono dalle vetrate, in un sabato mattina di autunno, sono un sollievo. Una sosta allo storico bar Palombini, nei giardini a destra prima dello scalone centrale, è la quadratura del cerchio. (r.p.)




Nessun commento:

Posta un commento