'Roma città aperta', il capolavoro cinematografico di Roberto Rossellini, torna in primo piano grazie a due personalità tutt'altro che native della Città Eterna. Nell'Urbe però hanno voluto, eccome, lasciare il segno. A Piazza Tevere il sudafricano William Kentridge ha appena visto concludersi la messa in opera della sua opera 'Triumphs and Laments', il fregio dedicato alla storia di Roma che conta ottanta figure per cinquecento metrI di affresco sul muraglione che va da ponte Sisto a ponte Mazzini. Dalla Lupa a Pasolini, passando per la scena madre del neorealismo italiano. L'inaugurazione è prevista per il 21 aprile, ma la processione di visitatori è già iniziata grazie al passaparola. Stessa inquadratura a Villa Medici, dove Yan Pei-Ming nella collezione di dipinti che rappresentano la sua personale narrazione di Roma, città che lo ha accolto anche come borsista dell'Accademia di Francia, tra i ritratti dei Papi, la Fontana di Trevi, i riferimenti a Caravaggio e Velazquez, inserisce il celebre frammento in bianco e nero che fissa il momento dell'uccisione della partigiana Pina, interpretata dall'icona Anna Magnani. Simmetrie, coincidenze, indizi: ancora una volta, con la loro capacità di sintesi del dna che sorregge i setti colli, gli artisti stranieri dimostrano di possedere quella speciale visione di Roma di cui si sentiamo, sempre più forte, il bisogno.
Rossellini secondo William Kentridge
Rossellini secondo Yan Pei-Ming
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